Intervista allo scrittore Amerigo Iannacone«Cultura è vita»
Abbiamo rivolto qualche domanda allo scrittore venafrano Amerigo Iannacone, di cui nei giorni scorsi è stato presentato nel Castello Pandone di Venafro il suo ultimo libro, una raccolta di 42 racconti dal titolo “Cronache reali e surreali” (Ed. Eva, Venafro 2008, pp. 144. € 12,50).
D.: Perché questo titolo?
R.: Perché sono racconti brevi, spesso scritti col taglio della cronaca ma ci sono anche racconti surreali. Penso che il titolo si capisca leggendo il libro.
D.: Ma Aldo Cervo parla nella prefazione di “concerto fantastico”. Ci si riconosce?
R.: Certo. In un libro di narrativa la fantasia non può mancare, anche se il piú delle volte i racconti affrontano problemi reali. Aldo Cervo fa un’analisi attenta, forse anche troppo benevola, e che comunque mi lusinga. Come mi lusinga anche la “Nota critica” di Dante Cerilli, che è critico di vaglia e sa quello che dice.
D.: Parliamo di Venafro e la cultura. Nella Sua “Lettera aperta al futuro sindaco di Venafro”, diffusa prima delle elezioni comunali del 13 aprile scorso, Lei auspicava una maggiore attenzione nei riguardi della cultura perché a Venafro è sentita, sono parole Sue, «l’esigenza di dare uno spazio maggiore alla cultura, troppo trascurata negli ultimi anni. Anni in cui le iniziative culturali non hanno trovato l’interlocutore e la voce “cultura” nel bilancio è sempre stata molto modesta, quando non del tutto assente». Secondo Lei, con la nuova amministrazione, è cambiato qualcosa?
R.:L’inizio sembra promettente. Nel corso di quest’estate ci sono stati momenti felici, come, per non fare che un esempio, la rassegna di cinema dedicato a Pasolini. Ritengo l’Assessora alla Cultura Chiara Capobianco e l’Assessore al Turismo Adriano Iannacone persone serie e volenterose e ci sono anche altri nomi nuovi che lasciano sperare bene. Mi auguro solo che non scivolino nella convinzione che la cultura sia solo spettacolo o di cadere esclusivamente nel provincialismo delle sagre strapaesane. Contro le quali non ho nulla, ma sono un’altra cosa e generalmente non hanno bisogno di incentivazioni né di incoraggiamenti.Non bisogna pensare alle attività culturali solo come manifestazioni per radunare le masse sperando in qualche consenso elettorale: è ovvio che per questo sono piú efficaci altri tipi di manifestazioni, ma la cultura va intesa come momento di crescita e come elemento edificante.
D.: Quindi a che cosa, secondo Lei, devono rivolgere la loro attenzione gli Assessori alla Cultura e al Turismo?
R.: Come dicevo appunto nella mia lettera aperta da Lei citata, cultura è dare valore al bello, è valorizzare quanto c’è di storicamente rilevante nella città, ma oltre alla cultura storico-archeologica, c’è la cultura creativa, la letteratura, l’editoria, la pittura, ogni forma d’arte e anche di artigianato. Ed è soprattutto questa cultura che va incoraggiata e sostenuta perché è quella che incontra maggiori difficoltà.
D.: Lei ritiene che gli amministratori debbano organizzare eventi e manifestazioni culturali?
R.: Non è necessario che siano loro in prima persona ad organizzare, non è il loro ruolo. In città gli operatori culturali – o, almeno. potenziali operatori culturali – non mancano. Ma, stando al passato, sono mancati loro gli interlocutori, non hanno trovato negli amministratori il riscontro sollecitato. I quali dovrebbero assicurare il sostengo economico e il supporto logistico. Il Premio di Poesia “Venafro” per silloge inedita, per esempio, si è dovuto sospendere perché non si è trovato qualche migliaio di euro per la pubblicazione del libro e per la cerimonia conclusiva. E aveva raggiunto traguardi insperati, con una notevole eco in tutta Italia e anche all’estero. Basti pensare che, per non fare che un nome, nel 2000 ha portato a Venafro Peter Russell, uno dei maggiori poeti europei, che sarebbe morto l’anno successivo.
D.: Ripartirà il Premio “Venafro”?
R.: Io spero di sí, ma non dipende da me. I presupposti ci sono. E sono certo che, comunque, i nostri amministratori si rendano conto di dove sia la vera cultura e della sua importanza – non foss’altro che per una questione di immagine – per una città come Venafro.
D.: Per Lei che cos’è la cultura?
R.: La cultura è la coltivazione del bello, è elevarsi al di sopra della banalità, è apprezzare l’arte, in ogni sua forma: poesia, musica, arti figurative, è saper dare il giusto valore alla storia e all’archeologia ed è tante altre cose. È tutto ciò colpisce e affina la nostra sensibilità. La cultura è vita.
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