Presentazione del Libro di Michele Graziosetto

LO SAI CHE...
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GRAZIOSETTO MICHELE
TITOLO Trasformazione Trasformismo o Transumanza (con altri brevi saggi).
Editore Rubbettino, Soveria Mannelli
Relazione del Dr. Matteis Giovanni.
Presentare un libro non è mai facile, presentare poi un libro il cui autore è stato ed è un amico vi assicuro ancora più difficile.
Graziosetto è un letterato attento ai fatti della stria, profondo conoscitore della lingua Italiana, grande padronanza dei termini che usa con elegante, sorniona sobrietà.
Il titolo del libro? Trasformazione Trasformismo o Transumanza (con altri brevi saggi). Editore Rubbettino, Soveria Mannelli, Cosenza. Il prefisso trans è il timbro di un passaggio tratteggiato con evidente allegoria.
Transumanza = rievoca il complesso di migrazioni stagionali di uomini e di bestiame alla ricerca di territori per diversi motivi più idonei;
Trasformazione =ridurre in forma diversa la materia prima;
Trasformismo =termine di vario significato, il più delle volte dispregiativo, usato nell’Ottocento molto spesso da scrittori francesi, specie dagli Evoluzionisti che con Spencer escluderanno ogni creazionismo religioso.
Tre parole che hanno il suono cacofonico di dissonanze ritmate, quelle dissonanze che hanno accompagnato i tormenti della nostra epoca.
L’excursus storico parte sostanzialmente da Cavour, dal quale viene posto in risalto la straordinaria capacità manovriera all’interno e all’esterno della sua linea politica.
Le ripercussioni della difficile politica cavourriana precipitano con la sua morte e nel 1874 il termine trasformismo indica il totale fallimento di una classe che non ha saputo essere attenta ai notevoli problemi sociali in fase di preesplosione.
Naturalmente in periodo di disfacimento della classe politica, di fronte al drammatico “si salvi chi può” si è alla ricerca disperata di un leader capace di coagulare le schegge impazzite degli schieramenti. Non è un caso che in un solo filo vengono raggruppati, pur nel passare delle esperienze, Cavour, Depetris, Crispi e Giolitti: perché è proprio vero che, caduti gli acrobati, bisogna evitare che nel circo entrino i clown.
L’autore con delicatezza straordinaria (nomen et omen) ha quasi una remora nell’evidenziare il prompente ingresso dei cattolici nello scenario politico che si trova ad avere due forze ugualmente antitetiche. Questo fenomeno è effetto di transumanza politica?
Michele Graziosetto pone fuoco sotto un pentolone colmo d’acqua in continua ebollizione, ma deve necessariamente alzare il coperchio.
Nelle interessanti pagine 70-80 (del primo saggio) mette il dito nella ferita, evidenziando l’altra faccia del problema con una domanda: transumanza oppure opportunità democratica? E’ forte la tentazione di dare risposta. Ma egli è uno storico e sa benissimo che la storia non ha risposte definitive: la storia racconta, espone, sottolinea. Un mio straordinario compagno, Renzo De Felice, al liceo Mariani, mi diceva:” La storia è una scienza democratica che dà al lettore ampia libertà di variegate risposte”. L’interrogativo poteva essere risolto con due termini: pragmatismo e qualunquismo, ma questi non sono termini da sofisticato autore.
Le grandi metamorfosi della politica avvengono se guidate da politici eccellenti.
La tragica scomparsa di Moro e Berlinguer fece fallire un progetto, criticabile quando si voglia, ma capace di salvare non la decadenza della classe politica, ma di ridare alla politica – con una nuova opprotunità legittimante - la sua specifica funzione, intesa come interprete delle istanze della società.
D’altra parte, il trasformismo citato e criticato da improvvisati censori può essere, al limite, anche giustificato dal fatto che la società attuale pone veloci domande cui bisogna dare veloci risposte.
Abbasso le ideologie, ma abbiamo abbattuto gli ideali. Confrontiamoci sui programmi sì, ma con quali idee? In questi giorni, nella accesa polemica sulla situazione economica, ho sentito, ahimè, un mini leader in tre flash televisivi esporre tre tesi diverse e contraddittorie fra loro.
E’ vero, c’è una massima che dice:“solo gli imbecilli non cambiano mai idea”, ma se il trasformista nasconde interessi con una terminologia contorta e ridicola, sostenendo contestualmente il nero e il bianco, allora sì al crucifige, perché non è un politico serio, non è un trasformista, non è nemmeno un qualunquista: è soltanto un mistificatore.
Dalla lettura mi colpisce una sottolineatura dell’Autore: ma forse con il compromesso storico o meglio con la teoria delle parallele convergenti (cosa assai diversa) si è attuata una transumanza virtuale di quasi 30 milioni, per aprire quella famosa stagione “dei doveri” , da una parte e dall’altra si era pronti ad attraversare il guado per attuare una transumanza dettata da opportunità politica?
Ma la transumanza, il trasformismo, quei fenomeni cui la storia ha dato l’atto di nascita 1874 in poi, non sono forse anche la testimonianza che, Cavour, il Parlamento italiano balbettano i primi difficili passi, per dare forma ad uno Stato guardato già con sospetto dagli Stati sponsor di questo parto difficile e complesso?
Quante domande, quanti interrogativi. Ma, abbiamo detto: la storia non dà risposte definitive.
A Voi tutti ed innanzi tutto all’amico Graziosetto devo delle scuse. Ho vissuto la mia vita politica ed amministrativa pragmaticamente, perché nei 50 anni di assunzione di responsabilità, il mio pensiero era sempre rivolto a quelle persone che mi chiedevano lavoro o che chiedevano aiuto.
Forse sono la persona meno adatta a presentare il lavoro di Graziosetto che ringrazio per avermi invitato.
Due ultime considerazioni:l’amore con cui difende Pietro Fedele dalle accuse interessate di trasformismo negativo e la lettera indirizzata a Sandro Fontana, suo amico, elegante e colto deputato, che nel libro “I grandi protagonisti del popolarismo italiano”, illustra da par suo il percorso dei cattolici italiani nel pensiero e nell’azione di Sturzo, De Gasperi e Moro.
Quella lettera è un rapido riscontro agli interrogativi di un intellettuale che ex post vuole conferma del suo impegno operativo espresso in un contesto politico di primo ordine.
Ho letto questo libro in un sol fiato. Ho vissuto la vita e la storia del nostro Paese nelle modeste
mie esperienze personali e sono arrivato alla conclusione che ancora oggi, anzi maggiormente oggi, il passato è maestro di vita.
Ninì Matteis

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